Recensione del progetto "Co-Housing - Vivere una coresidenza lungo l'urban green lineBio-Tect" di Donatella Finelli

Recensione del progetto "Co-Housing - Vivere una coresidenza lungo l'urban green lineBio-Tect" di Donatella Finelli

La tesi propone una riflessione approfondita sull’abitare contemporaneo attraverso il modello del cohousing: non più semplicemente un insieme di alloggi, ma una forma di residenza condivisa che mette al centro le relazioni, gli spazi comuni e la possibilità di costruire una vera comunità urbana.

Uno degli aspetti più interessanti è la contestualizzazione: il progetto nasce infatti dal confronto tra due aree, una a alta densità e una a bassa densità, separate fisicamente e concettualmente da via del Mandrione, asse storico che agisce come “frattura urbana”, dividendo due mondi molto diversi. Da un lato la compattezza del tessuto edilizio, dall’altro la dispersione e la carenza di funzioni. Questa opposizione non è solo descrittiva, ma diventa il motore progettuale: il cohousing si propone come ponte sociale e spaziale, capace di ricucire le differenze attraverso un nuovo modo di vivere.

Il tema del coabitare è trattato come strumento di inclusione: diverse tipologie familiari, generazioni e culture si intrecciano in un modello che riduce l’isolamento sociale e favorisce lo scambio reciproco. Ne emergono nuove forme di solidarietà e collaborazione quotidiana, che si traducono in spazi comuni, orti, laboratori e attività collettive.

A rafforzare questa strategia interviene via degli Angeli, la nuova urban line che si configura come infrastruttura di collegamento e come spazio pubblico lineare. Qui il progetto non guarda solo all’edificio in sé, ma all’intero sistema urbano: via degli Angeli diventa la spina dorsale della rigenerazione, un asse che distribuisce funzioni, spazi di relazione e connessioni dirette con la città. È una vera e propria piattaforma urbana che mette in rete il cohousing con il quartiere e con Roma.

Fondamentale in questo quadro è la presenza del tram, che si inserisce nella via come elemento strutturante. Non è vissuto solo come mezzo di trasporto, ma come generatore di urbanità: la linea tramviaria sostiene la densità degli scambi, rende accessibili i servizi e riduce la dipendenza dall’automobile. In un momento storico in cui Roma deve affrontare la sfida della mobilità sostenibile, il progetto mette in luce quanto sia strategico pensare l’abitare in stretta relazione con il trasporto pubblico.

Il cohousing viene quindi concepito come un ecosistema urbano integrato, fatto di spazi privati calibrati sulle diverse tipologie familiari (dai single agli anziani, dalle giovani coppie alle famiglie numerose) e di spazi comuni che diventano catalizzatori di comunità: cucine condivise, laboratori, orti, aree verdi. Questi luoghi non sono semplici accessori, ma parti essenziali di un modello che punta a trasformare il modo di vivere in città, riducendo l’isolamento e promuovendo la cooperazione.

Il linguaggio architettonico, con la sua articolazione di volumi e il gioco tra spazi interni ed esterni, rafforza questa idea di equilibrio tra intimità e collettività. Le corti e gli spazi aperti diventano luoghi di attraversamento e di incontro, mentre la relazione diretta con la linea tramviaria sottolinea il carattere ibrido del progetto: privato e pubblico, domestico e urbano, locale e metropolitano.

In conclusione, la tesi dimostra come l’architettura possa essere motore di trasformazione sociale: il cohousing non è solo una soluzione abitativa alternativa, ma una visione di città più sostenibile, più connessa e più solidale. L’integrazione tra via del Mandrione, via degli Angeli e la linea del tram rappresenta un gesto urbano di grande forza, capace di ricucire spazi e comunità che oggi vivono separate.






Domanda 1: Via degli Angeli – urban green line – In che modo via degli Angeli diventa più di un asse infrastrutturale, assumendo il ruolo di spazio pubblico e connettore urbano?

Via degli Angeli rappresenta un forte limite di separazione tra la zona a nord, caratterizzata da residenze, servizi, verde attrezzato, illuminazione e spazi organizzati e la zona a sud, costituita da strutture abusive, aree degradate, poca sicurezza e contesto fatiscente. L’area di progetto è caratterizzata dall’attraversamento di Via degli Angeli, dove è previsto il passaggio dell’urban green line, il nuovo asse tramviario, carrabile, ciclabile e pedonale. Questo nuovo asse infrastrutturale, però, non rappresenta solo il passaggio di un mezzo di trasporto, ma un vero e proprio elemento di crisi, diventando il punto di forza e la stessa energia generativa del progetto. Il tram, infatti, attraversando l'area di progetto, opera come un vettore su una massa compatta e determina così una frattura della terra che genera l’architettura dell’edificio, portando ad una determinazione di spazi privati, spazi semi-privati e spazi pubblici, che riqualificano l’area e connettono le due aree urbane.



Domanda 2: Criticità – Qual è stata la sfida maggiore nell’integrare le esigenze abitative con quelle infrastrutturali e di mobilità?

L’inserimento di un sistema infrastrutturale quale quello del tram, comporterebbe una serie di cambiamenti a diversa scala del sistema attuale. I vantaggi sono costituiti dal fatto che il tram rappresenta una notevole risorsa per quanto riguarda il sistema della mobilità, consentendo un trasporto più rapido, facilitato dalla presenza di una corsia preferenziale e meno inquinante rispetto a quello automobilistico. Ma l’inserimento di questo sistema crea al contempo la nascita di diverse situazioni di crisi: il tram stesso crea inquinamento acustico e genera una barriera all’interno del tratto percorribile, oltre ad avere un notevole impatto estetico. Il progetto si fonda, pertanto, sul superamento dei punti di crisi e sulla valorizzazione dei punti di forza. Per risolvere il problema dell’inquinamento acustico si è optato per la creazione di una zona cuscinetto, costituita dagli spazi pubblici e quelli semi-provati del Cohousing, a favore di una maggiore privacy ed isolamento delle abitazioni, collocate nelle aree più lontane dal tram. Per quanto riguarda l’impatto estetico del tram, l’intero tratto infrastrutturale è inglobato all’interno del progetto, eliminando le classiche barriere divisorie, e inserendo percorsi pedonali che attraversano l’asse sia sottoterra che al piano rialzato.



Domanda 3: Visione futura – Come immagini via degli Angeli e il cohousing tra vent’anni: come potrebbe evolversi la comunità e quale impatto avrà sul quartiere?

Sono passati già 13 anni da questo progetto di laurea, pertanto in parte è già possibile rispondere concretamente a questa domanda. È interessante notare come l’idea del Cohousing, che all’epoca sembrava abbastanza innovativa e quasi difficile da applicare a un modello di residenzialità italiana, sia diventata oggi un’alternativa possibile e sostenibile nelle nostre metropoli. Nella società di oggi molti si trovano a vivere una situazione di individualismo e di solitudine, con una sempre crescente difficoltà nella gestione del proprio tempo e delle proprie risorse. Il Cohousing permette di creare una rete di supporto tra gli abitanti, superando la soglia artificiosa della propria cellula abitativa e permettendo ai residenti di diventare elementi attivi nella propria comunità, in grado di accettare l’aiuto degli altri ma anche di essere sostenitori delle necessità del proprio vicinato. Il Cohousing, inoltre, esce dalla classica progettazione della residenza, a favore di un modulo abitativo capace di adattarsi non alla classica famiglia ma alle “unità domestiche”, che accolgono tutte le possibili composizioni di genere e di necessità aggregative.









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