Recensione del progetto "ZED – La casa-laboratorio del recycling design a Roma" di Chiara Perfetti

 

Recensione del progetto "ZED – La casa-laboratorio del recycling design a Roma" di Chiara Perfetti

Il progetto ZED – Zone Extra Design si inserisce in un contesto urbano di altissimo valore per la città di Roma, quello che collega il quartiere Flaminio al Foro Italico attraverso il nuovo Ponte della Musica. Già nel piano regolatore del 1909, Saint Just aveva immaginato un grande asse paesaggistico che unisse Monte Mario e Villa Glori, completato da un ponte sul Tevere. Oggi, con la realizzazione del ponte, quell’intuizione si concretizza, ma il suo pieno potenziale non è ancora espresso. È proprio in questo scenario che si colloca la proposta progettuale, con l’obiettivo di valorizzare, ricucire e rilanciare l’area attraverso una nuova architettura-infrastruttura.

ZED nasce infatti come opera di connessione: connessione tra i flussi che attraversano il Ponte della Musica, il Lungotevere e le sponde del fiume; connessione tra i diversi livelli altimetrici dell’area, caratterizzata da percorsi paralleli e discontinui; connessione, infine, tra le molte anime della città contemporanea – sportiva, culturale, ricreativa, produttiva.

L’idea guida del progetto è quella di un’“infrastruttura abitata”, capace di risolvere le problematiche di mobilità ma allo stesso tempo di offrire spazi per attività creative e culturali. Non un edificio isolato, dunque, ma un sistema vivo, attraversabile, che diventa parte integrante del tessuto urbano.

Uno degli elementi centrali del progetto è la promenade sopraelevata che si sviluppa sulle coperture degli edifici. Questa sequenza di percorsi pedonali non solo rende sicuro e diretto l’accesso dal ponte al Foro Italico, ma offre anche viste inedite sul Tevere e sui paesaggi urbani circostanti. Il sistema di rampe e passaggi si muove con un andamento fluido e zigzagante, creando un’esperienza dinamica e continua, in cui il camminare diventa parte stessa della fruizione architettonica.

Parallelamente, il progetto affronta la complessità della riva del Tevere, dove coesistono più percorsi a quote diverse. Qui viene disegnata una rampa che connette i tre livelli, aprendosi in una grande piazza affacciata sul fiume. Lungo le rampe si collocano spazi laboratoriali, luoghi di incontro e attività, mentre sul livello della banchina vengono predisposti moli modulari per la piccola navigazione, che ampliano il ventaglio di possibilità di accesso e fruizione dal fiume.

Il cuore pulsante di ZED è il laboratorio di recycling design, funzione catalizzante che raccoglie e valorizza materiali di scarto, trasformandoli in oggetti di nuova vita grazie al lavoro di designer e creativi. Questa attività si intreccia con altre funzioni: esposizioni temporanee, atelier per la vendita, spazi per conferenze e didattica, biblioteca tematica, bar e ristorazione, fino a una piccola struttura ricettiva (B&B). L’approccio è quello della mixité funzionale, che non solo moltiplica le opportunità di utilizzo, ma crea un ambiente dinamico, attrattivo e culturalmente fertile.

ZED non si limita quindi a proporre un luogo, ma definisce un processo urbano: dal recupero del materiale alla sua trasformazione nei laboratori, dall’esposizione alla vendita, fino alla fruizione pubblica di spazi aperti e collettivi. L’intero ciclo del riciclo diventa esperienza architettonica, educativa e sociale.

Un altro aspetto rilevante è l’attenzione al tema ambientale e paesaggistico. Il progetto integra coperture verdi e nuove piantumazioni con alberi capaci di migliorare la qualità dell’aria, rafforzando così la relazione con il paesaggio naturale lungo il fiume. Il Tevere, spesso percepito come barriera, viene reinterpretato come risorsa: non solo limite fisico, ma occasione di arricchimento, sperimentazione e bellezza.

Attraversare ZED significa vivere un’esperienza stratificata: si può scendere sul fiume e raggiungere i moli, risalire attraverso le rampe scoprendo laboratori e spazi creativi, fermarsi in una piazza panoramica, proseguire sopra le coperture verso il Foro Italico. Ogni passaggio è occasione di incontro, apprendimento, visione.

In sintesi, ZED è un progetto che coniuga architettura, infrastruttura e natura. È un dispositivo urbano che risponde a esigenze pratiche di connessione e sicurezza, ma che al tempo stesso genera valore culturale, sociale e ambientale. È un segnale forte di come l’architettura contemporanea possa farsi strumento di trasformazione territoriale, non più soltanto come oggetto costruito, ma come tessuto connettivo, catalizzatore di energie e promotore di nuove pratiche di sostenibilità.




Gestione futura: Il mix funzionale è molto articolato. Hai immaginato un modello gestionale (pubblico, privato, misto) per sostenere ZED nel tempo?

La mixité di ZED  lo rende un progetto con più possibilità di sopravvivenza rispetto ai tipici spazi pubblici monofunzionali, che mangiano risorse pubbliche troppo spesso insufficienti. In un contesto come quello italiano dove si fanno grandi investimenti che vengono poi abbandonati e non manutenuti é fondamentale che si creino spazi producenti reddito come bar, ristoranti, foresterie, negozi, sale conferenze, servizi di noleggio e affitto in parallelo a nobili intenzioni come il recicling design, la creazione di luoghi di aggregazione gratuiti, biblioteche, aree verdi...La pubblica amministrazione avrebbe così un ampio carnet di concessioni remunerative con cui finanziare gli spazi ad uso gratuito della collettività.

Visione urbana: Vedi ZED come un intervento replicabile in altre parti della città, o legato in modo inscindibile al contesto del Tevere?

Sicuramente ZED é strettamente legato al luogo in cui si trova e non sarebbe soddisfacentemente replicabile nella sua forma perché nato dagli specifici flussi del luogo, l'idea di connessione paesaggistica del piano stradale al piano della banchina pedonale, potrebbe però essere rivisitata e riproposta in altro lotto lambente il Tevere,  ripercorrendo l'idea generatrice che porterebbe in ogni lotto ad una forma differente, ma con lo stesso proposito di connessioni e molteplicità funzionale.





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